Le infezioni da streptococco sono molto comuni, specialmente al di sotto dei 16 anni di età ma possono riguardare anche gli adulti; rappresentano la causa batterica più frequente di faringite che provoca il famoso fastidio comunemente definito “mal di gola”.
È importante identificare e trattare prontamente un’infezione da streptococco beta-emolitico di gruppo A (SBEA) in quanto, oltre ad essere altamente contagiosa, se non accuratamente trattata può portare a complicanze.
I sintomi solitamente comprendono arrossamento e fastidio acuto alla gola di durata generalmente superiore ai 7 giorni, raucedine, lingua “a fragola” (nei bambini) e presenza di placche di colore bianco-giallastro a cui può associarsi febbre, nausea, vomito, cefalea, dolori muscolari. Si possono riscontrare anche aumento della salivazione con eventuale presenza di sangue ed eruzioni cutanee.
Tuttavia, se non curata, un’infezione da streptococco beta-emolitico di gruppo A può evolvere in gravi patologie come febbre reumatica e glomerulonefrite.
Nei bambini le infezioni da streptococco determinano manifestazioni cutanee quali:
- l'Impetigine, patologia tipica al di sotto dei 10 anni che compare comunemente nella stagione estiva con presenza di vescicole e bolle specialmente su viso, collo, mani, braccia e gambe; queste vanno poi incontro a rottura causando la formazione di croste color miele;
- la Scarlattina, malattia dell’infanzia spesso associata a febbre e caratterizzata dalla presenza di piccole e numerose papule ben visibili su petto e addome ma che possono essere presenti anche sul resto del corpo, con una durata dell’eruzione di circa 2-5 giorni.
Il test per l’individuazione della presenza dello streptococco beta-emolitico di gruppo A consiste in un tampone faringeo che viene poi analizzato mediante uno speciale reattivo al fine di ricercare la presenza di antigeni del batterio con risposte entro 15 minuti. Ad ogni modo, l’esame non è raccomandato in caso di tosse e rinorrea che, salvo sovrainfezioni, indicano la presenza di una probabile infezione virale.
Naturalmente, terapie antibiotiche possono influire sull’esito del test; in tal caso si raccomanda di informare l’operatore dell’assunzione dei farmaci. Questo esame, spesso non considerato, riveste in realtà un ruolo molto importante in quanto consente al proprio medico curante di stabilire la terapia più appropriata per il paziente e, in generale, permette di evitare l’assunzioni di antibiotici quando non necessari, aspetto fondamentale non solo per evitarne gli effetti indesiderati ma anche per contrastare il fenomeno dell’antibiotico resistenza che sta diventando un problema sempre più grande per la salute pubblica.
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